Arte Natura Sostenibilità

Paradiso liquido

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FLOATING ISLAND, 2018 – Indonesia | Ph. © Francesco Bosso

Il nostro pianeta è ricoperto per più del 70% di acqua e di questa oltre il 95% è salata. 

Francesco Bosso, fotografo nato a Barletta nel 1959, si dedica da anni ai paesaggi marini, catturandone forza e pace primordiali, ma anche il fragile equilibrio. L’acqua con il suo costante fluire e la sua forza, modella, trasforma e crea, in questo continuo ed eterno divenire, dove “tutto dall’acqua nasce e nell’acqua ritorna”.

 

FLUIDS COLUMNS, 2013 – Iceland | Ph. © Francesco Bosso

Il volume “Waterheaven”, edito da Silvana Editoriale in occasione della sua recente mostra a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino – è un percorso attraverso l’affascinante forza creatrice dell’acqua, tra visione e realtà, un susseguirsi di evocazioni e frammenti di memorie. Bosso con le sue fotografie crea suggestioni e atmosfere particolari, con una visione di luoghi che rappresentano non solo una lode alla natura, ma un invito a riflettere sul tema della conservazione con una particolare attenzione all’elemento liquido, “l’acqua come liquido primordiale e fonte di vita”. «Attraverso il medium fotografico – commenta il direttore di CAMERA Walter Guadagnini – Bosso comunica un’etica della protezione e della salvaguardia del paesaggio naturale: con un sapiente uso delle tonalità di bianco e nero celebra i suoi soggetti e allo stesso tempo mette in guardia lo spettatore sulla fragilità e unicità di tale patrimonio». 

CLEPSYDRA, 2012 – Thailand | Ph. © Francesco Bosso

L’acqua è l’elemento naturale più prezioso per la vita e l’idrosfera marina, è parte integrante del complesso equilibrio che da sempre determina il clima sulla terra. Emissioni e riscaldamento globale oggi però mettono a repentaglio questo equilibrio. Gli effetti più evidenti sono l’innalzamento del livello del mare, l’intensificazione degli uragani e, causata dall’ acidificazione, la perdita di tante specie. Inoltre, il degrado degli ecosistemi marini e costali mette in serio pericolo la sopravvivenza fisica ed economica delle comunità locali. Secondo uno studio dell’Università di Melbourne, il 4% della popolazione globale sarà colpito da inondazioni costiere. 

DIAMOND #10, 2015 – Greenland | Ph. © Francesco Bosso

Se l’adattamento sembra l’unica via di uscita, con fenomeni migratori e possibili conflitti all’orizzonte per l’accaparramento delle risorse, c’è chi lavora per cercare di invertire a tutti i costi il climat change. Per esempio, La International Union for Conservation of Nature, associazione che conta 1400 membri tra governi e organizzazioni civili ha deciso di voler proteggere il 30% degli oceani entro il 2030. Vietando pesca selvaggia e trivellazioni, l’obiettivo è di permettere al mare di ritrovare se stesso.

GOLDEN ARCH, 2015 – Spain | Ph. © Francesco Bosso

Fonti: hoepli.it, theguardian.com, rinnovabili.it, woi.economist.com, iucn.org