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Paola Lenti e CouLture Migrante: insieme per ricucire tessuti e storie

La collaborazione continua, dando vita a un accessorio unico, sostenibile e inclusivo

Sulle colline di Como, dove la città guarda il lago dall’alto, c’è una sartoria sociale in cui si cuciono accessori – borse, zaini, ma anche abiti, pantaloni e giacche – e si ricuciono storie e rapporti di persone arrivate da lontano, in fuga dalla povertà e dalla guerra. Storie “strappate”, che hanno bisogno di cura, attenzione, ascolto: di venire, appunto, ri-cucite.

CouLture Migrante – questo il nome della sartoria – lo fa con ago e filo, con macchine che scorrono veloci su ritagli e scampoli per dare forma ad accessori, interamente realizzati a mano, unici e diversi uno dall’altro. E, insieme, per ricostruire identità spezzate e restituire dignità attraverso il lavoro.

video © Maurizio Natta

Alcune di queste storie si sono intrecciate con quella dell’azienda Paola Lenti che, sin dalla sua fondazione, si è posta l’obiettivo di coniugare impresa ed etica e di perseguire un modello virtuoso, che valorizzasse la qualità ma ancor prima le persone; che preservasse l’ambiente, riducesse gli sprechi e restituisse valore a ciò che da altri viene scartato.

Una visione, questa, che ha molto in comune con quella della sartoria sociale di Como, nata nel 2019 con lo scopo di promuovere corsi di formazione professionale qualificata per persone a rischio di esclusione sociale, come i migranti, e di accompagnarli in un percorso propedeutico a un inserimento lavorativo mirato, insegnando loro a creare prodotti sartoriali di alta qualità a partire da tessuti di recupero provenienti dalla filiera locale comasca. Ecco il fil rouge che unisce le due realtà: un filo che ricuce e dona nuova vita, a tessuti e a storie.

La collaborazione con CouLture Migrante ha inizio nel 2022, quando Paola Lenti propone a Fernando e Humberto Campana – i designer brasiliani celebri per le loro creazioni realizzate con materiali poveri o di scarto – di ideare insieme una collezione che utilizzi esclusivamente le rimanenze di lavorazione dell’azienda. Il desiderio è dare vita a un progetto improntato alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente, ma anche all’etica, all’inclusione e, non ultima, alla responsabilità sociale. Durante le fasi di ideazione, si fa strada l’idea di affidare la realizzazione delle componenti tessili della collezione – che prenderà poi il nome di Metamorfosi – a persone in situazioni di marginalità che abbiano esperienza di cucito e sartoria. Paola Lenti cerca allora una realtà artigianale nel territorio, che aderisca ai medesimi valori condivisi con i designer e con la quale “tessere” un’alleanza inedita. E il filo la conduce a Como.

ph. © Maurizio Natta

Quando sensibilità affini si incontrano, come nel caso di Paola Lenti e CouLture Migrante, la sinergia disegna scenari nuovi e inaspettati.

Victoria e Saly Samba, originarie rispettivamente del Ghana e del Senegal, vengono accolte in azienda e, sostenute da sarti e artigiani cresciuti nei laboratori di Meda, iniziano un percorso di formazione di sei mesi con l’obiettivo, in seguito, di divenire autonome professionalmente. Imparano a conoscere le peculiarità dei tessuti, dei filati e delle corde, a disvelarne possibilità inaspettate: con un semplice uncinetto, per esempio, l’anima di una corda, aperta e “spettinata”, si trasforma in una sorta di soffice alga tessile, capace di dare un carattere unico alla serie di sedute firmate dai fratelli Campana. Una collezione che reca impresso anche il segno di culture altre, vitali e straripanti di colori.

ph. © Maurizio Natta

Oggi la collaborazione con CouLture Migrante si arricchisce di ulteriore significato. Paola Lenti ha chiesto all’atelier di confezionare lo “Zaino CM” – prodotto di punta della collezione di accessori della sartoria – utilizzando esclusivamente materiali dell’azienda. Tessuti di colore, peso e consistenza diversa, originariamente destinati a rivestire arredi per outdoor e per indoor, si sono trasformati in questo modo in accessori unici, e non solo perché ognuno diverso dall’altro. Anche in questo caso, la “materia prima” è costituita dalle rimanenze di precedenti lavorazioni, mentre le mani che danno forma agli zaini sono quelle delle persone che CouLture Migrante ha accolto, formato e poi impiegato nel proprio atelier.

ph. © Maurizio Natta

«Lavorare con scampoli e ritagli di tessuto avanzati e tutti diversi è un’arte», dice Chiara Gismondi, responsabile della sartoria sociale di Como. «Una sfida molto stimolante, sia a livello creativo, sia di senso. L’ambizione è diventare una best practice che sia di esempio per altre realtà e riuscire a creare, insieme a prodotti belli sostenibili, anche un nuovo tessuto sociale».

I primi zaini confezionati da CouLture Migrante saranno dati in omaggio ad architetti, designer e giornalisti del settore in occasione di un evento che si terrà nel flagship store Paola Lenti di Miami durante la prossima edizione di Art Basel Miami. Saly Samba e Victoria stanno dando gli ultimi ritocchi ai pezzi in partenza per la Florida, mentre Chieck – detto Zé – del Gambia, assunto da CouLture Migrante e diventato un vero maestro nell’arte della sartoria, fa scivolare svelto gli scampoli sotto l’ago della macchina da cucire, a un ritmo che risuona come una musica. Perché oggi si stanno ri-cucendo anche storie di vita: la sua; quella di Saly Samba, assunta part-time in Paola Lenti; quella di Victoria, che a breve verrà impiegata nel reparto confezioni di una seteria di Como. È un altro cerchio che si chiude. O meglio, si apre. Per generare valore condiviso.